Indice articolo
- 1 Recensione Ubuntu MATE 24.04 LTS
- 2 La macchina virtuale per la mia recensione di Ubuntu MATE 24.04
- 3 Avvio della sessione Live e dell'installazione di Ubuntu MATE 24.04
- 4 Tipi di installazione di Ubuntu MATE 24.04 LTS
- 5 Indicazione dei dati personali
- 6 Matè con l'accento sulla E
- 7 Completamento dell'installazione
- 8 Primo avvio di Ubuntu MATE 24.04
- 9 Esplorazione del desktop
- 10 MATE Tweak
- 11 Esplorazione della dotazione software di Ubuntu MATE 24.04 LTS
- 12 Attivazione e configurazione del firewall
- 13 Completamento esplorazione del menu
- 14 Impiego di risorse
- 15 Verifica dei pacchetti snap installati
- 16 Niente più Software Boutique 🙁
- 17 Considerazioni conclusive
Una recensione di Ubuntu MATE 24.04 LTS, la nuova versione del sistema operativo di casa Ubuntu con le personalizzazioni del team guidato da Martin Wimpress. Il testo è una trascrizione ottimizzata del video estemporaneo registrato per il canale YouTube.
Recensione Ubuntu MATE 24.04 LTS
Da poco è stata rilasciata la versione LTS ovvero dotata di supporto esteso di Ubuntu, dell'edizione con il desktop MATE. Il team del desktop MATE è guidato da Martin Wimpress che comunque è un fedele dipendente Canonical. Non ci sono molte novità per ciò che riguarda l'edizione del desktop che resta la versione 1.26. In ogni caso Ubuntu MATE, con l'accento sulla, E è sempre stata la mia beniamina, ho sempre gradito moltissimo il suo aspetto, la sua personalità.
Personalizzazione, la possibilità di modificare in un istante l'interfaccia desktop per avvicinarsi alle più comuni metafore tradizionali Windows o anche quella Mac, mantenendo comunque un aspetto sempre gradevole, malgrado una leggerezza del desktop che non affatica particolarmente le risorse del computer.
La macchina virtuale per la mia recensione di Ubuntu MATE 24.04
Per risparmiare tempo, ho creato una macchina virtuale all'interno di VirtualBox, cui ho dedicato 8 GB di memoria RAM, 4 core e il massimo possibile di memoria video ovvero 128 megabyte, abilitando l'EFI.
Avvio della sessione Live e dell'installazione di Ubuntu MATE 24.04
Avviamo quindi la macchina virtuale in cui ho già inserito la ISO appena scaricata dal sito web e verificata e vediamo come si comporta. Ed ecco l'interfaccia di installazione o meglio di avvio della sessione Live. Ancora qualche istante, ed ecco il desktop della versione MATE che si sta preparando per l'avvio di una sessione live. Selezioniamo l'italiano. Ed andiamo avanti.
Traduzioni incomplete
Ecco! Già la prima cosa che si nota è che io ho selezionato l'italiano però il meccanismo di installazione resta comunque in inglese. Si possono personalizzare le impostazioni di accessibilità per ciò che riguarda le difficoltà a livello di vista, di udito, di digitazione sulla tastiera, di point e click sul mouse, oppure attivare delle forme di zoom. Procedo senza alcuna attivazione.
Aggiornamento dell'installer
Adesso l'italiano.. in questa schermata a quanto pare l'italiano, anche se vedo traduzioni non complete, la tastiera italiana dopo aver selezionato la lingua è preselezionata quindi vado avanti... Usa connessione cablata. Un aggiornamento è disponibile per l'installer. Proviamo ad aggiornarlo.
Viene controllato il pacchetto Ubuntu Desktop Bootstrap... abbastanza veloce. Update Ready. Chiudi l'installer e rilancia per continuare. Quindi proviamo questa caratteristica... dovrebbe far parte di una nuova versione di Ubiquity, il meccanismo di installazione di Ubuntu, uno dei fiori all'occhiello di Ubuntu. A quanto pare il meccanismo di installazione non si riavvia da solo però, riavviando speriamo di non dover ripetere la procedura da capo. In effetti è già selezionato all'italiano. Proseguiamo. Saltiamo le impostazioni di accessibilità. Ok per la tastiera italiana, utilizza la connessione cablata.
Tipi di installazione di Ubuntu MATE 24.04 LTS
Come vuoi installare Ubuntu MATE? Installazione interattiva: per gli utenti che desiderano una procedura guidata passo dopo passo. Installazione automatizzata per utenti avanzati che hanno un file di configurazione già pronto, che consente di replicare in maniera consistente le impostazioni di setup del sistema in ambito specialmente, si potrebbe dire, aziendale. Scegliamo l'installazione interattiva.
Adesso si può decidere di installare una versione minima del desktop evidentemente con una serie limitata di programmi, oppure l'edizione completa. Noi andiamo di edizione completa per verificare anche la dotazione di software predefinita.
Software proprietario di terze parti
Vogliamo installare software proprietario raccomandato? Come molte altre distribuzioni Linux, Ubuntu MATE, fornisce all'utente la scelta se installare o meno codec multimediali o driver di periferiche proprietari, che non possono essere aperti, non possono essere ispezionati e come tali rappresentano un'eccezione all'apertura e trasparenza di meccanismi del software libero. Ovviamente questo è un meccanismo che è fornito in tantissime distribuzioni Linux.
Noi scegliamo di installare il software di terze parti, sia per schede grafiche che wifi, anche se in questo momento, in una macchina virtuale, non ho bisogno di né l'uno né dell'altro, e di installare e scaricare il supporto addizionale per formati multimediali. Intanto vado avanti... Come vuoi installare Ubuntu MATE? Innanzitutto vediamo se sotto "Altro" c'è una possibilità di modificare le impostazioni del disco, sembra... per un un attimo abbiamo avuto una piccola inconsistenza grafica probabilmente dovuta ai limiti anche di VirtualBox.
Partizionamento del disco
Non vediamo una procedura automatizzata, ovviamente qui siamo all'interno di un disco virtuale allocato da circa 33 GB, per cui non è detto che in un ambiente in cui vi sia un ulteriore sistema operativo, non venga riconosciuto questo automaticamente che è uno dei fiori all'occhiello del meccanismo di installazione di Ubuntu. È proprio il riconoscimento, il fatto che venga comunque eseguito il programma os-prober, se non ricordo male, per la verifica di altre impostazioni di avvio e quindi di sistemi operativi preinstallati.
In ogni caso torniamo indietro e selezioniamo la cancellazione del disco. Sulle caratteristiche avanzate dovremmo trovare la possibilità di utilizzare i volumi dinamici LVM, insieme alla cifratura completa dell'installazione o, in forma sperimentale, questo l'avevo letto nelle notizie, la possibilità di utilizzare il file system molto molto performante ZFS che proviene, se non sbaglio, dagli ambienti FreeBSD come prima installazione.
Indicazione dei dati personali
In ogni caso scegliamo nessuno, diciamo ok e andiamo avanti con la cancellazione del disco. L'indicazione dei dati personali: lasciamo pure come nome utente e nome del computer quelli selezionati.
Digitiamo una password selezionata al volo. Un'altra piccola inconsistenza dovuta non so se a VirtualBox nella gestione delle schede grafiche. Perché poi devo confessare che in effetti nella macchina virtuale io ho abilitato l'accelerazione hardware. Comunque conferma la password, assolutamente richiedere la password per attivare il login.
Ovviamente ci sono ragioni di sicurezza importantissime che impongono di non lasciare un computer che si avvii senza la password. Volendo si dovrebbe pure cifrare l'installazione, però oltre al fatto che è molto utile dal punto di vista di sicurezza, attivare immediatamente la password per il login, evita poi di dover digitare la password per sbloccare il lucchetto di alcuni browser.
Perché ovviamente l'impostazione dell'accesso automatico senza password non si estende anche ad alcuni programmi che hanno bisogno di sbloccare il proprio lucchetto di credenziali per poterlo utilizzare. Quindi, in effetti, saltare questo passaggio significa non saltarlo, perché poi all'apertura del browser, credo anche Firefox, oltre quelli su base Chromium, è indispensabile poterla digitare.
Completamento delle operazioni preliminari di installazione
Abbiamo la possibilità di inserire la macchina all'interno di un dominio Active Directory, saltiamo questa possibilità e andiamo avanti. Le impostazioni geografiche sono corrette, procediamo. Anche qui comunque ci sono alcune, nonostante l'aggiornamento che abbiamo effettuato della procedura di installazione, alcune inconsistenze a livello di traduzione che a quanto pare non sono complete. Mi viene dato il riepilogo delle partizioni che vengono create, a quanto pare semplicemente una partizione necessaria FAT32 per l'avvio e un'altra partizione radice, intera senza alcuna altra premura o partizione secondaria.
Matè con l'accento sulla E
Effettuiamo l'installazione. Benvenuto in Ubuntu MATE un desktop comunitario basato su ubuntu che integra in maniera gradevole il desktop MATE.
A proposito della pronuncia, io devo ringraziare molti degli utenti che mi seguono perché, qualche volta, io compio qualche svarione... intanto proseguiamo con l'installazione... compio qualche svarione e mi correggono. Questo mi consente per fortuna di evitare il perpetrare di pronunce errate nei miei video.
Per quanto riguarda però la pronuncia del desktop MATE sono sicuro perché ho verificato nella home page del progetto quanto segue. Mentre attendiamo l'installazione completa del sistema nella macchina virtuale andiamo a vedere. Ed ecco dove ho visto la pronuncia corretta: a fondo pagina nella homepage del progetto MATE.
Da dove deriva il nome? Il nome MATE, pronunciato mah-tay, deriva da yerba matè, una specie di agrifoglio originale delle regioni subtropicali del Sud America. Le sue foglie contengono caffeina e vengono impiegate per preparare infusioni ed una bevanda chiamata mate. Come se non bastasse, è proprio Martin Wimpress in un'intervista a spiegare le ragioni della pronuncia.
Traduzione:
- Devo dirtelo, Martin, sono così emozionato di sentire come pronunci maté, perché è così come lo sto dicendo, e se Martin Wimpress lo dice così, deve essere giusto.
- Non so se la mia pronuncia è del tutto corretta. È una parola spagnola, le sue origini sono in America del sud, è una bevanda contenente caffeina simile al tè: matè. Sminuzzi le foglie, le metti a bollire in pentola e poi la sorseggi. Mi hanno detto che si pronuncia matè come latè, ma sono inglese e ho un accento in inglese, quindi non so se l'ho detto correttamente, ma ho creato accidentalmente la distro più impronunciabile.
- Sì, ma è Linux in generale. Ci sono tanti nomi in Linux che sono difficili da pronunciare.
Completamento dell'installazione
Nel frattempo prosegue l'installazione guidata che ci accompagna con la nuova interfaccia dell'ultima versione di Ubiquity, il sistema di installazione di Ubuntu, di tutte le cose che possiamo fare con questo nuovo sistema. Il sistema è molto pulito, poi vedremo quali sono... questo è il tema Yaru personalizzato in colore verde per i colori principali del desktop MATE. Organizza le foto con Shotwell, GIMP... vedremo se sono preinstallati. Non ricordo se l'ultima volta che ho provato una 22.04 o la 23.10 GIMP fosse incluso per impostazione predefinita nell'installazione completa di Ubuntu MATE. Celluloid è ancora il player video predefinito.
Vediamo che l'installazione del sistema procede, però non esiste alcuna indicazione o barra di scorrimento che ci informi sul punto in cui siamo, l'installazione o quanto manchi. C'è anche la possibilità di mettere in pausa, ma questo è ovviamente... si tratta semplicemente delle slides. LibreOffice è ancora integrato nell'installazione. Se non ricordo male dovrebbe già disporre della versione 24.2.
Le indicazioni sulle premure di accessibilità ed infine in questa slide ovviamente la possibilità di unirsi a Discourse o Matrix per le discussioni, l'indicazione del social solo Twitter... strano non siano ancora passati a Mastodon e strano soprattutto che ci sia ancora scritto twitter.
Questa piccola finestra, immagino, apre un terminale integrato per farci vedere a che punto siamo nell'installazione del sistema.
Lentezza...
Attendiamo fiduciosi! L'installazione non è proprio così rapida come ricordo purtroppo anche in edizioni passate, in versioni passate di Ubuntu, in qualunque edizione.
Nei tempi che abbiamo impiegato finora, io avrei installato in un computer fisico Linux Mint e avrei già applicato gli aggiornamenti.
Niente, questa installazione richiede veramente un bel po' di tempo. Non mi è stato chiesto se voglio installare anche gli aggiornamenti già disponibili dal momento del rilascio della ISO ed è anche vero che sto sfruttando una connessione mobile, mi trovo in campagna ed ho una connessione 5G, nonostante sia una zona rurale, ha prestazioni più che dignitose e superiori a quelle di una linea DSL, per cui attendiamo ancora fiducia.
Configurazione del sistema... siamo ad una svolta.
Installazione avviata alle 16.58 sono le 17.14 io... Ce l'abbiamo fatta! Ubuntu MATE 24.04 è installata pronta per l'uso. Riavviamo la macchina.
Primo avvio di Ubuntu MATE 24.04
Se riavvia il sistema, vedremo se c'è, mi pare di sì, il supporto già integrato per VirtualBox che dovrebbe ridimensionare automaticamente... No! Forse dopo un login? Nemmeno.
Dario's Home.
Mi attenderei... la famosa schermata di benvenuto... nulla.
Questa è una novità perché io ero abituato ad essere accolto da una gradevole schermata di benvenuto, verifichiamo se ancora è disponibile nel sistema.
Il sistema è ancora in inglese
Ed è tutto in inglese. Questa non è una buona cosa.
Questa non è affatto una buona cosa.
Welcome... no nessuna schermata di benvenuto, ed è ancora tutto in inglese non tradotto, questo non va assolutamente bene. Verifichiamo le preferenze.
Firewall, language support.
Menù e finestre non mi sembra proprio ancora tutto in inglese.
Proviamo a riavviare la sessione come richiesto.
Facciamo un riavvio. Home di Dario.
Quindi non ha preso alla prima le impostazioni della lingua, abbiamo dovuto installare il supporto per tutto il sistema della lingua, ma adesso abbiamo il menù completamente tradotto.
Installazione delle Guest Additions per VirtualBox
La prima cosa che dovremmo fare è evidentemente inserire... l'immagine delle Guest Additions per poter ridimensionare...
lo schermo.
Nel frattempo cerchiamo anche conferma dei tempi richiesti per l'installazione. Abbiamo scaricato quasi un gigabyte di dati. Avevo avviato la sessione del computer per registrare il video, quindi, comunque, sono stati caricati quasi un gigabyte di dati. Chiudiamo come sempre, espelliamo il disco e riavviamo il sistema.
Finalmente abbiamo il desktop a ricoprire l'intero schermo fullhd. Eccoci nel desktop di Ubuntu MATE 24.04. La disposizione riporta sempre, come nello stile gnome 2, il menu in alto a sinistra.
Esplorazione del desktop
Abbiamo l'installazione di firefox che è in formato snap da questa versione... non ha richiesto così particolarmente tanto tempo.
Abbiamo conferma della versione di Firefox in formato snap.. 002 125.
Non è quindi aggiornato. Come in maniera consueta qua abbiamo la rappresentazione dei desktop supplementari, le impostazioni la chiusura del sistema, informazioni di sistema aiuto, segnala errore, le impostazioni con il classico centro di controllo in stile MATE sempre molto pulito ben organizzato.
Le icone per l'accessibilità, direttamente è attivata una piccola app per attivare il contrasto elevato, tastiera su schermo, il lettore di schermo e lo zoom e poi l'applet con l'audio, le connessioni di rete, impostazioni di alimentazione e quelle dell'audio. Mi sembra che non cambia nulla, è sempre la solita pulizia del desktop.
MATE Tweak
Una delle cose che ho sempre apprezzato particolarmente è sicuramente MATE Tweak, non ricordo dove si trovi ed ovviamente è l'utilità che ci consente di passare ad una metafora desktop da familiare, che è quella tipica dell'impostazione MATE in stile gnome 2, a quella Cupertino in stile Mac per cui abbiamo plank: abilità dock attiva in stile Cupertino... il mitico file manager Caja. Anche su questo non ho dubbio perché è cassaforte in spagnolo e quindi in pieno stile sudamericano, come la pronuncia di MATE, Caja è il file manager.
Ritorniamo a MATE Tweak, riusciamo a dare addirittura un aspetto in stile Ubuntu, Mutiny, che scimmiotta Unity, oppure ancora Pantheon. Questa è una cosa che non ricordavo, però il menù resta in alto a sinistra. L'impostazione del desktop tipico di Elementary OS.
Redmond, in stile Windows XP con il menu in basso a sinistra e quella Traditional con le finestre aperte con un richiamo nella parte bassa del pannello e il menu applicazioni e risorse sistema sulla parte alta.
Torniamo alla versione Familiar.
Esplorazione della dotazione software di Ubuntu MATE 24.04 LTS
Chiudiamo le impostazioni, sfogliamo un po' il menù, accesso universale abbiamo visto, abbiamo lo zoom, la tastiera su schermo e il lettore su schermo Orca. Tra gli accessori, backup che mi sembra Dejadup e qui abbiamo il primo... la prima finestra che richiama le nuove impostazioni gtk in cui MATE si sforza di adattarsi, privo di tutti i pulsanti. Ecco questo non è un bug, questa è una caratteristica voluta da team Gnome, è una cosa pazzesca... chiudiamo backup.
Accessori: calcolatrice... vediamo che aspetto ha... MATE Calc... ancora un aspetto consistente con le novità apportate dalla nuova evoluzione delle librerie gtk 4.
Proseguiamo l'esplorazione, le mappe, open maps, archivi Engrampa, meteo, orologi, plank, pluma come editor di testo, redshift, l'immancabile redshift per l'attenuazione della luce blu nelle ore serali, caratteri, le guide, l'amministrazione, aggiornamenti software. Dovremmo già averli effettuati tutti perché abbiamo scaricato un giga di dati in fase di installazione... eppure abbiamo ancora 41 mega ma questo è abbastanza comprensibile. Installa ora.
Nel frattempo proseguiamo con l'esplorazione del menu, l'app center.
Non c'è più Software Boutique! Ci torniamo fra poco. Audio/video avevamo visto in fase di installazione Celluloid per la riproduzione di video. Rhythmbox. Sempre. Quindi anche questa del progetto GNOME. Webcamoid per la gestione della webcam. La trovo abbastanza inutile.
Simple scan, Shotwell e il visualizzatore d'immagini Eye of MATE.
Nel frattempo gli aggiornamenti si scaricano... scaricamento di snapd.. eppure dovevano essere 41 mega, la connessione va bene.
Transmission è ancora il client torrent predefinito, le preferenze le abbiamo viste.
Attivazione e configurazione del firewall
La prima cosa da fare sicuramente dopo aver applicato gli aggiornamenti è quella di configurare il firewall e di attivare almeno il profilo domestico. Per motivi di sicurezza, qualcuno dice che quando si passa attraverso un router non sia così indispensabile attivare il firewall, ma è una procedura che io consiglio sempre ed è la prima cosa che faccio in ogni installazione di Linux. Ovviamente poi creo sempre le regole per il mio torrent.
Anche aMule. Confesso di adoperare ancora aMule.
Chiudiamo l'impostazione del firewall.
Strumenti di sistema: baobab, analizzatore di utilizzo del disco, firmware updater, monitor di sistema, montaggio immagini disco, statistiche energetiche, il suo terminale registro. Su Ufficio abbiamo il dizionario di MATE. LibreOffice. Nella versione 24.2.
Vediamo quali sono i temi integrati.
Chiaro, scuro, yaru, MATE... beh, niente male, sono già tutti integrati, no, questo non è possibile. Tutti i temi yaru in tutti i colori, elementary e colibre.
Chiudo LibreOffice.
Piuttosto caotica la disposizione dei log di sistema. Completa, però piuttosto caotica.
Impiego di risorse
Diamo un'occhiata all'impiego di risorse.
Monitor di sistema.
Siamo all'interno di una macchina virtuale, in ogni caso vediamo che non si comporta male con un 1,1 GB compresa cache.
È stata creato comunque uno swap di 4 giga anche se la memoria che abbiamo allocato è di 8 gigabyte evidentemente una parte è riservata alla gestione del video. I quattro core hanno un impegno minimo.
E' già disponibile htop? CTRL ALT T.
Htop ci dice comunque che stiamo adoperando circa 830 megabyte di memoria RAM.
Se apriamo Caja dovremmo trovare le indicazioni sul fatto che siamo alla versione 1.26.3.
Beh, l'impegno di RAM è quello che ci aspettiamo, insomma. Devo rilevare che siamo comunque in una macchina virtuale, mi sembra che, dal momento che forse sta restando un po' indietro o forse, dal momento che i pacchetti snap e il meccanismo di snapd è abbastanza impegnativo per le risorse, il risultato finale è un impegno di RAM superiore a quello che oggi abbiamo in Linux Mint 21.3 con Cinnamon 6.0.2 che è al di sotto dei 700 megabyte. Chiudiamo.
Neofetch: abbiamo un repilogo delle caratteristiche abbiamo ancora il tema bianco: kernel 6.8, bash 5.2.21, 10 pacchetti snap installati, 2077 deb con dpkg. Desktop ci dice 1.26.1, Windows Manager sempre MetaCity, I temi abbiamo già visto che sono quelli in versione personalizzata per GTK2 e 3, temi Yaru con il colore verde tipico di MATE.
Verifica dei pacchetti snap installati
Vediamo quindi una verifica degli snap installati con il comando snap-list
nel terminale.
Bare, core, firefox, il firmware updater, le caratteristiche di GNOME, i temi common, snap store, snapd, snap desktop integration. Diamo un'occhiata al software center, io ricordo che...
Niente più Software Boutique 🙁
Non esiste più Software Boutique, questa è una gravissima perdita! Questa è una grandissima perdita! Ovviamente se abbiamo dirottato completamente verso il sistema di gestione dello store di Ubuntu, abbiamo perso una delle cose per cui apprezzavo di più Ubuntu MATE ed era la selezione di app che con il software boutique veniva fatta con tanto di descrizioni. Senza togliere nulla al nuovo store inutile Ubuntu, però... mi mancherà.
Facciamo una ricerca, cerchiamo il mio editor video KDEnLive, ovviamente solo pacchetto snap. KDEnLive 23.08.4 e anche l'a 08.5 Latest Candidate. Quindi snap integra comunque anche le versioni non ancora stabili, non so se è una cosa che gradisco, forse sì. Mmm...
Cerchiamo Gimp.
Anche per questo abbiamo l'ultima stabile che è la 2.10.38 che corrisponde alla candidate. Esploriamo un po'. Featured snaps. Discover more. Jumpstart your desktop.
Ubuntu Desktop, LibreOffice, Thunderbird, quindi comunque le applicazioni indispensabili, non vedo come possa esserlo Cheese o il ... si può dire? ...pessimo Gnome Calendar, ti fa credere che puoi sincronizzarlo con tutto ma la sincronizzazione non funziona.
Non mi pare che Mahjong, Mines e Sudoku siano tra le applicazioni più rilevanti per avviare il desktop. Scopriamo quali sono gli snap suggeriti. Microkey8s per Kubernetes, Kiosk, Touchscreen, Alloy, l'applicazione IRC scritta in Rust, Visual Studio Code, K-Touch, Transitions DJ, la Calcolatrice, Plex, Insomnia, Marble...
Tutto per la tua notte di gioco steam rilasciato in formato snap. Minecraft. Perché Minecraft? Ecco le categorie.
Dobbiamo scorrere un bel po'. Arte e disegno, libri e riferimento, dispositivi IoT, istruzioni, intrattenimento, in primo piano, giochi, musica audio, notizie meteo, personalizzazione, foto e video, produttività, scienza, sicurezza, server e cloud, social, utilità, produttività, Chromium, Brave, Wecan, Firefox, Mainspring, OnlyOffice, Opera, browser, vediamo più che altro, okular per la visione di documenti, evince...
Considerazioni conclusive
L'App Center di Ubuntu non mi piace affatto, Ubuntu non mi mancherà e sono anche piuttosto deluso, ma con aspettative limitate arrivavo a questa prova di Ubuntu MATE 24.04 perché il progetto legato al desktop è stato fermo per circa un paio d'anni. Mi sembra che le ultime novità in una versione 1.28 siano state rilasciate in febbraio, per cui evidentemente non c'è stato tempo di integrarne le novità nell'ultima versione di Ubuntu MATE.
Resto deluso dalla scomparsa dell'applicazione Software Boutique che consentiva di integrare molte delle applicazioni di uso più comune in maniera davvero gradevole. Finora, in passato era stato fatto in questo modo, suddivise in categorie, in questo momento l'applicazione lascia spazio completamente all'app store di Ubuntu con tutti i suoi pregi, le sue novità, i suoi difetti e l'integrazione di formati snap.
Il desktop MATE si conferma comunque mediamente leggero, quindi adeguato anche a computer non recenti o performanti, anche se nella versione, nella declinazione utilizzata nel gusto ufficiale MATE di Ubuntu, si perdono un po' queste caratteristiche di snellezza e leggerezza a causa dell'integrazione del meccanismo snapd
che ho comunque potuto provare per un tempo limitato, ma che potrebbero, nel corso della giornata, con i ripetuti tentativi di aggiornamento e verifica degli aggiornamenti disponibili, potrebbero creare qualche problema.
Io invece ho provato Lubuntu e mi piaceva anche molto, peccato che snap vanifichi la sua leggerezza. Infatti quando ho provato a scaricare Telegram e ho notato che era 1,5 GB di app… Ho piallato tutto e sono passato a Mint XFCE. Un gran peccato ma se questa è la strada che ha deciso di intraprendere Canonical, beh anche no grazie.
In effetti le derivazioni ufficiali leggere perdono molto per la centralità di Snap. Anche io dico “no grazie”.
Su Ubuntu (in generale) credo che la 24.04 doveva uscire col nome 24.04 RC, mentre la vera Ubuntu 24.04 LTS è quelle del 15 Agosto 2024 (poi Ubuntu 24.04.1 LTS con l’HWE, Ubuntu 24.04.2 LTS con l’HWE, eccetera).
Sulle distro Linux, in generale, il look dei vari d.e. dovrebbe essere sempre vanilla (le personalizzazioni le deve fare l’utente, se le desidera). I software manager (tipo Discover e quello di GNOME) imho sono da evitare, meglio usare Synaptic (o DNFdragora). L’utente non sa quali programmi sono disponibili? Basta un manuale PDF stampabile con nome e descrizione di tutti i programmi principali, nonché – visto che ci siamo – spiegazione chiara su come gestire/aggiornare il sistema o installare/disinstallare software da CLI/Synaptic. Dai PDF (o dalla carta) impari, da CLI/Synaptic impari, da “soluzioni software apparentemente user-friendly” no.
Sui desktop per Linux: i più completi sono GNOME (non mi piace) e KDE (mi piace). IMHO è inutile continuare a creare desktop alternativi ai due suddetti (inseguendo le continue trasformazioni di GTK); meglio scegliere GNOME o KDE e mettersi tutti insieme a lavorare su quelli (solo su uno dei due o su tutti e due).
Sul futuro di GNU+Linux. Secondo un autorevole sviluppatore Fedora (RHEL), nel 2028 le distro Linux saranno tutte immutabili e il software sarà pacchettizzato come Flatpak/Snap. Un incubo. Resta poco, restano (fra le non-rolling) Debian e Devuan. Le distro che si basano su Ubuntu farebbero bene – prima della catastrofe – a migrare su Debian al più presto (esempio LMDE, SolydX e SolydK). L’accoppiata “Debian + Debian Multimedia” può fare tutto quello che fa Ubuntu, ha un wiki completo che può essere trascritto in PDF stampabile: puntando tutto sullo slogan “non c’è un Software Shop o un Upgrade Manager che semplifica la gestione di Linux, ma c’è un PDF che spiega come gestire/aggiornare Linux e conoscere/installare i programmi – da CLI o da Synaptic”. Io sto usando Fedora 39 KDE (perché plasma 6.0 non è ancora maturo in Fedora 40, e salterò a Fedora 41 KDE con Plasma 6.X). Se nel 2028 l’incubo si dovesse avverare, passerò a Debian KDE. Credo ci sia – nel nostro futuro – una scelta netta e coraggiosa: profit (Canonical, RHEL/Fedora, SUSE) o no-profit (Debian, Devuan, eccetera).
Molto interessante, ti ringrazio. Concordo sui problemi legati alla frammentazione dei progetti e ti ringrazio molto anche per gli spunti di approfondimento.
Se punti al software vanilla prendi in considerazione Slackware
@Flaminio
…”Dai PDF (o dalla carta) impari, da CLI/Synaptic impari, da “soluzioni software apparentemente user-friendly” no.
Spero che ti renda conto che è proprio questo che ci ha portato a “prima della catastrofe”. E stiamo ancora qui a chiedercelo….?
“nel 2028 le distro Linux saranno tutte immutabili e il software sarà pacchettizzato come Flatpak/Snap. Un incubo.”
…un incubo? Forse ma sopravviverà a quello che resterà del percorso dei “developer”, che ci ha condotto – l’hai scritto tu – a “prima della catastrofe”
“ma c’è un PDF che spiega come gestire/aggiornare Linux e conoscere/installare i programmi – da CLI o da Synaptic”…..addiooo
“Io sto usando Fedora 39 KDE”….che adesso vuole inserire pure le metriche…. c’erano anche prima ma non te ne sei accorto mentre la usavi….piu’ profit di cosi, cosa altro vuoi?
Ci sono varie osservazioni su questo commento.
Prima cosa, tanto le robe “immutabili” che gli “store” con le “app” sono cose che ci vengono imposte perché servono alle ditte come Redhad, Canonical, Suse, per vendere prodotti e servizi in ambito aziendale e delle amministrazioni pubbliche. L’idea è che l’utente deve solo usare l’aggeggio che gli viene dato preconfigurato da chi gestisce il parco macchine. Redhad finanzia Fedora cosi la “community” fa il testing sulla sua pelle. Seconda cosa, Debian è solo un ripiego per due ragioni, primo la versione “stable” è inutilizzabile perché tra un rilascio e l’altro non viene aggiornato niente ed è già datata quando parte. Secondo, Debian ti installa un sistema palesemente amatoriale e basta affiancarlo allo stesso sistema di Fedora per vedere le differenze. Il fatto che Debian voglia essere “universale” inteso come “generale” significa che fa tutto ma fa tutto alla meno peggio. Funziona? Si, più o meno. Lo userei? Solo se costretto, se ci fosse una guerra atomica e Debian fosse l’unica cosa che rimane. Si potrebbe concentrare le risorse su meno cose e fatte meglio, però essendo tutto su base volontaria, al solito, non c’è modo di costringere nessuno a fare cose che non gli va di fare. Terza cosa, ci sono vari elementi che ostacolano “Linux” in senso lato, secondo me quello peggiore è che non si può dire che una cosa non va, che non funziona o è sbagliata. Per il solo fatto che viene distribuita la cosa diventa indiscutibile, non opinabile, assoluta. E’ una contraddizione micidiale che si risolve nel “fork” e quindi nella succitata “frammentazione” e produce distopie fanatiche come Gnome o sbrodolate di inutile complessità ed arzigogoli come KDE.
Secondo me le immutabili non sono affatto male affatto male.
Saltuariamente uso chromeos, chexin sostanza è una immutabile, e lo trovo notevole (tralasciando la privacy).
Con i flatpack ottimizzari sarebbe perfetto.
Eh si, del resto non solo Chrome OS ma anche Android in fondo lo è. L’utente non è root e può installare solo app senza modificare il sistema. E quando c’è un aggiornamento, il sistema viene sostituito con una nuova immagine.
Ho usato in passato Ubuntu Mate, ma da Canonical sono fuggito, troppi bug dal mio computer Acer portatile nuovo e anche dal secondo usato come Workstation. Quindi il mio uso quotidiano è LMDE principalmente……poi anche Linux Mint Edge..tutti equipaggiati da ultimissimo Kernel e funzionano benissimo. Ora vedo che sta anche uscendo la nuova versione Beta di Linux Mint 22. Diciamo che ho provato anche altre versioni di linux: Fedora, PCLinuxOS, OpenSUSE……..La mia filosofia è installare applicazioni direttamente dai produttori in versione deb, tgz,tartgz ecc…….per ottenere da loro le ultime versioni, in alcuni casi caricando il loro repository, e secondariamente dal gestore applicazioni di Debian o Ubuntu, come fanno tutti. I driver, tipo Nvidia e stampante, installo gli originali forniti dal produttore, non vedo per quale ragione non debba utilizzare i driver direttamente dai produttori quando (che sono più completi e funzionali) poi ci si lamenta che Linux non ha il supporto da parte degli OEM. Inoltre ho sempre il Dual Boot con Windows 11. Fatto questa debita premessa, facendo “offtopic”, nonchè unendomi ai commenti dico: “State urlando di dolore senza ancora avervi dato una martellata sul dito.” Scusate l’Eufemismo. Andiamo per ordine:
-Il discorso dell’autorevole sviluppatore di fedora che prevede il futuro, come il mago Othelma, è solo una semplice opinione che si basa sul fatto che vogliono rendere le immutabili come standard Linux per essere più sicuro, lantani dagli attacchi di virus sul un OS che non usa nemmeno un antivirus, come a livello server, e asserendo che tutte le app saranno distribuite in futuro in un formato standardizzato Flatpack/Snap per evitare problemi con le dipendenze ……..ebbene…… tutto questo discorso è tutto da dimostrare e Fedora non può imporre uno standard, forse per convenienza propria, visto che rappresenta solo una delle cento versioni di Linux.
-La comunità Linux è troppo frammentata per accettare certe imposizioni e ricordiamo che la maggior parte delle applicazioni di Linux, come Libreoffice, viene prodotta anche per Windows11.
-La comunità Linux non penso che accetterebbe scelte imposte e calate dall’alto senza un consenso generale…….e come ho temporaneamente abbandonato Windows per Linux sono anche pronto, come utente, a fare la strada opposta. Della serie voglio vedere certi utenti non abituati a certi imposizioni oppure a crearsi una propria distro partendo da Arch (gli smanettoni) come accetteranno una “pagnottina” mal confezionata da inghiottire.
-E’ ovvio che molti sviluppatori di Linux hanno l’interesse a proporre delle opzioni di pagamento sui servizi, ma ricordiamoci che Linux è un OS di nicchia. Ricordiamoci che il fiore all’occhiello di Linux, cioè Libreoffice, è nato da un fork, o meglio da una diatriba se non litigio tra gli stessi sviluppatori che non volevano più portare avanti il progetto di Openoffice.
-E’ ovvio che non esiste nessuna “catastrofe” il mondo Linux accetta le scelte se sono convenienti anche per gli utenti e quindi dobbiamo essere aperti anche hai cambiamenti che possono migliorare Linux……..Ma nessuno accetterà imposizioni dettate per convenienza da un membro sviluppatore o per far comodo ad una distro.
-Forse abbiamo la memoria molto corta e non ci ricordiamo nemmeno che qualcuno aveva pure tentato di taroccare le preferenze delle distro su Distrowatch con il sistema BOT per alterare la classifica di preferenza.
-Voglio dire per ultimo che fare previsioni su cosa farà Linux tra 5 o 10 anni e prevedere disastri non ha alcun senso.
Questa è una versione di Ubuntu che ha una sua semplice eleganza, meriterebbe maggior fortuna e, se non fosse per l’insistenza di Shuttleworth sugli snap, la otterrebbe. Non posso fare a meno di notare che praticamente nessun altro, oltre a Ubuntu, ha sposato in toto i pacchetti snap al punti di cercare di escludere ogni altra forma di pacchettizzazione. Zorin, per esempio, agnostica fino al midollo, lascia la porta aperta sia ai deb che agli snap e ai flatpak e la stragrande maggioranza delle ubuntu based non prende neanche in considerazione gli snap, preferendo i flatpak, se proprio devono. In Canonical dovrebbero rifletterci sopra, perchè qualcosa questo vorrà pur dire!
Infatti apprezzavo questa edizione ufficiale prima che il cammino fosse un po’ costretto dalla scelta. Io penso che a Canonical non importi nulla delle derivazioni, anche perché il denaro che arriva nelle casse per il riutilizzo dei driver ha evidentemente un valore più limitato rispetto ai vantaggi per l’adozione di Snap. Da una parte permette di concentrare il lavoro degli sviluppatori interni su una sola versione, dall’altro fornisce importanti metriche di utilizzo anche al di fuori delle distro Canonical e derivate.
@Claudio
So che Fedora, Firefox, Ubuntu… usano le metriche. Infatti ho scritto che RHEL, Fedora, Canonical e SUSE sono parte del problema.
@Flaminio
“Basta un manuale PDF stampabile con nome e descrizione di tutti i programmi principali, nonché – visto che ci siamo – spiegazione chiara su come gestire/aggiornare il sistema o installare/disinstallare software da CLI/Synaptic.”
Qualcosa di simile c’è già (su sourceforge cerca “DaZero”, anno 2005):
https : / / sourceforge . net / projects / dazero / files / LinuxDaZero /
Mate é un buon compromesso, soprattutto per chi come me lo usa su qualche server: veloce, scarno, intuitivo. Su Ubuntu, però, non mi esprimo… La recensione é fin troppo esaustiva!
Io comunque la yerba mate (che consumo quasi ogni giorno) l’ho sempre sentita chiamare “màte” dagli ispanici e mai “matè”, se non da pochi anglofoni – e in Italia l’ho letto sulle bustine delle tisane chic…
Perfetto! Mi piace molto la personalizzazione di Wimpress in Ubuntu ma preferisco il DE altrove. Io ho sentito l’accento nella Repubblica Dominicana e da un’amica guatemalteca ma in effetti qualche volta viene accentata l’erba e mai la bevanda. In un integratore che prendo d’estate per smaltire gli eccessi 🙂 però c’è l’accento acuto. La diatriba non cessa 🙂
ciao dario una domanda off topic, quando dovrebbe uscire mint 22?
Grazie mille
Luca
Ciao Luca, un paio dei bug riportati al team per la beta sono molto impegnativi. Il boss dice di non avere una data ma di non attendersi le “tradizionali” due settimane circa dal rilascio della beta. Ad oggi non sono state preparate e messe sotto test nuove ISO quindi non credo che ci saranno novità almeno per una decina di giorni…