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Recensione Deepin 23. Dopo oltre due anni ed 11 successive versioni intermedie, il nuovo sistema operativo GNU/Linux cinese esce dalla fase di sviluppo e viene rilasciato in versione definitiva. Requisiti, installazione, caratteristiche e la mia esperienza d'uso.
Deepin 23 è una distribuzione GNU/Linux sviluppata in Cina, da Deepin Technology Ltd ed attualmente basata su Debian. È fornita di un ambiente desktop personalizzato chiamato Deepin Desktop Environment (o più semplicemente DDE) basato sulle librerie Qt6. La medesima tecnologia alla base dell'aspetto di Kubuntu. Deepin è dotato di decine di applicazioni desktop originali sviluppate internamente.
Prevede un programma di installazione personalizzato, un repository di applicazioni personalizzato chiamato Linglong ed un meccanismo assai efficiente per la gestione di aggiornamenti e downgrade in caso di problemi, basato sulla c.d. atomicità.
I codici sorgenti sono pubblicati su Github. Tra i punti forti, un rapporto stretto tra le comunità di sviluppatori e utenti che contribuisce in modo rilevante ai miglioramenti e alle novità apportate.
Deepin ambisce a fornire un sistema operativo affidabile, elegante e semplice da gestire. Vediamo quindi Deepin 23.
Requisiti e download
E partiamo dai requisiti hardware che troviamo nella pagina di aiuto all'installazione:
- Processore: multi-core 2.0GHz o superiore
- RAM: 8GB o più di memoria fisica
- Spazio su disco: 64GB o più, o l'installazione non avrà luogo. È raccomandato un SSD
- Monitor: risoluzione di 1920x1080 o superiore.
Insomma Deepin non è certo una distro Linux adatta a dare una seconda vita ad un vecchio PC. Piuttosto si propone come alternativa a sistemi operativi moderni ed avanzati. E le sorprese non sono poche, le vediamo più avanti.
Procedo quindi al download. Suggerirei di farlo tramite torrent o consultando l'elenco dei mirror, dando la preferenza agli FTP in luogo dello scaricamento via browser. Uno dei miei server FTP aperti preferiti e rapidissimi è ftp.fau.de. C'è di tutto. Per Deepin 23 trovo una apposita cartella che contiene il file ISO da 5,4 GB e la somma SHA256 che mi ha consentito di verificare l'integrità dopo lo scaricamento.
Avvio di una sessione Live di Deepin 23 dal supporto USB
Avvio il supporto USB e scopro che finalmente il menu di GRUB 2.12 mostra una prima opzione Try Deepin desktop 23 che consente di provare il sistema prima di installarlo. Opzione non presente fino ad ora visto che all'utente era solo proposta l'installazione immediata.
Seguono le opzioni per avviare l'installazione con il kernel 6.6 o il 6.9. Oltre a quelle con l'opzione NOMODESET per la massima compatibilità grafica. Seleziono il primo e sono invitato alla scelta della lingua, del layout di tastiera e del fuso orario. In pochi istanti viene caricato il desktop con il caratteristico DDE, Deepin Desktop Environment, che appare lievemente differente rispetto a quello della versione preview.
La dock, la barra delle icone con il pulsante per l'apertura del menu principale e quelle dei programmi di uso frequente, si trova sempre centrata nella parte inferiore. Sparisce la distinzione tra la modalità fashion e quella efficient, rimpiazzate più semplicemente da allinea al centro o a sinistra.
Sul lato sinistro sono state aggiunte alcune icone. La prima apre il gestore degli appunti, la c.d. clipboard con la cronologia dei copia e incolla per intenderci. Seguono quelle di anteprima delle aree di lavoro per spostarsi rapidamente nei 4 desktop virtuali previsti, ciascuno, opportunamente, con un differente sfondo desktop per una più rapida identificazione. Infine c'è l'accesso alla ricerca globale di file e impostazioni.
Sul lato destro della barra trovano spazio le icone di accesso rapido alla connettività, al calendario, alle opzioni di spegnimento e quella per l'avvio dell'assistente UOS AI che richiede la registrazione di un account per l'utilizzo. Una novità assoluta di integrazione nei sistemi desktop Linux.
Al centro del desktop la schermata di benvenuto che integra un video con alcune scritte in cinese ed inglese e l'invito a selezionare la posizione della dock ed un tema minimo, senza effetti e trasparenze in alternativa a quello completo. Le icone posizionate sul desktop prevedono l'accesso al file manager, il browser proprietario basato su Chromium, il manuale integrato, la Home di Deepin e il collegamento per l'avvio dell'installazione.
Installazione di Deepin 23
Decido di avviare l'installazione rimandando l'ulteriore esplorazione. A differenza di altre distro, sono presenti condizioni di utilizzo e una privacy policy articolate e perfettamente tradotte che l'utente dovrebbe leggere e decidere se accettare dal momento che si fa specifico riferimento a pratiche di c.d. fingerprinting, cioè all'identificazione univoca del computer.
Il programma di installazione è originale e fatto in casa, di aspetto gradevole e con alcuni spunti interessanti che altre distro dovrebbero fare propri. Il metodo di installazione permette di riservare a Deepin l'intero disco, una spazio precedentemente allocato o di intervenire manualmente su tutte le partizioni.
Non è presente il riconoscimento automatico di eventuali sistemi già installati e quindi l'utente che volesse affiancare Deepin ad un altro sistema in multi-boot, dovrebbe intervenire manualmente.
Selezionando la prima opzione, il programma mostra lo spazio che sarà riservato alla partizione di sistema e a quello per i dati dell'utente. Un cursore permette di modificare le impostazioni suggerite. Due opzioni permettono di crittografare l'intero disco e creare un volume logico successivamente espandibile con facilità. Tutte le opzioni sono ben documentate in italiano tramite popup a comparsa integrate nel programma di installazione.
Procedo ed il programma mi riepiloga le partizioni che va a compiere tra cui una primaria per i dati personali ed una per lo swap oltre a quelle di avvio e per il sistema. Viene fornita anche la possibilità di creare uno snapshot iniziale del sistema che viene posizionato in una partizione di ripristino. Per poter ripartire da uno stato identico a quello di fine installazione in caso di problemi.
Infatti il programma divide la fase dell'installazione effettiva da quella di configurazione con i dati dell'utente. Un po' come le installazioni OEM. Alcune slide vivaci e colorate accompagnano la prima fase fornendo un assaggio delle caratteristiche salienti del sistema tra cui il supporto completo per Intel di 14a generazione, gli aggiornamenti atomici che garantiscono l'integrità del sistema e il curatissimo aspetto del desktop. Al termine dell'installazione OEM, dopo circa 5 minuti, il sistema si riavvia ed inizia la fase di configurazione personale.
Gli avatar integrati non restituiscono certo un'impressione di professionalità ma indicati i dati dell'utente principale, il primo avvio del desktop richiede pochi minuti aggiuntivi. In tutto circa 10 minuti.
Primo avvio: grafica eccellente e tanti programmi creati ad hoc
Il primo avvio di Deepin 23 conduce alla schermata di login. Cambio deciso di rotta rispetto alle versioni non finali perché non è più disponibile la scelta se avviare la sessione con il server grafico X11 o Wayland perché il supporto Wayland pare totalmente rimosso. Strano! Tra le tante novità della versione 23 beta 2, c'era il supporto per il programma flameshot proprio in sessioni Wayland.
Dopo l'accesso il tema scuro predefinito delle precedenti versioni lascia spazia ad un tema chiaro. L'apertura del menu, nelle versioni non definitive di Deepin 23, riempiva comunque lo schermo. E bastava un clic per ridurlo e non essere costretti a spostare il mouse per tutto lo schermo come con GNOME. Ma nella versione finale il menu si trova di nuovo preimpostato in versione ristretta come nella versione 20.
Come dicevo, tante applicazioni di sistema sono fatte in casa e di esse sono pubblicati i sorgenti. Non sono invece disponibili i sorgenti per il browser predefinito, proprietario, basato su Chromium né per il client di posta elettronica.
Ricerca globale con IA e assistente UOS AI
La novità più importante di Deepin 23 vede il debutto ufficiale, dopo un paio di anni di test, di un meccanismo di ricerca globale LOCALE basato su un modello di intelligenza artificiale di cui sono forniti i codici sorgenti per modifiche o riutilizzo.
Sarà possibile richiedere con linguaggio naturale di ritrovare documenti, creare riassunti o far cercare immagini in base al loro contenuto.
Dal menu di icone di avvio rapido si accede all'assistente IA chiamato UOS il quale, a patto di avere un account Deepin e chiavi API a disposizione, permette di scaricare differenti modelli di linguaggio tra cui quelli di ChatGPT nelle versioni 3.5 e 4.0.
Dal momento che per fornire chiavi di integrazione ChatGPT richiede il numero di telefono, mi spiace, ma non ho provato l'assistente di Deepin, anche se avevo creato un apposito indirizzo email per creare un account.
Riconoscimento biometrico di volto e impronte digitali
Da non dimenticare le capacità di autenticazione biometrica basate sul riconoscimento del volto e sulle impronte digitali che Deepin integra già da qualche anno.
Esse consentono di evitare la digitazione della password all'accesso al sistema e ogni volta che una modifica richieda permessi amministrativi.
In presenza di una webcam connessa, nel centro impostazioni appare l'opzione Viso in cui registrare fino a 5 volti.
Per quanto riguarda le impronte, se il computer prevede un apposito lettore, queste sono registrabili dall'utilità per la gestione degli utenti, per l'utente selezionato, una volta attivato il login senza password.
Eccellente documentazione integrata
Sul desktop si trova un'icona per l'apertura del manuale integrato, che non richiede connessione ad internet. È tradotto in inglese ed è davvero molto ricco, con screenshot e riferimenti chiari a icone o parti di finestre.
La prima sezione del manuale è dedicata all'esperienza con il desktop e alle sue funzioni. Seguono parti specifiche per le principali applicazioni fornite con il sistema. La quantità e qualità della documentazione che, con qualche pregiudizio non ci si aspetterebbe vista la provenienza, è un punto decisamente a favore di Deepin.
Deepin home: per connettersi con la comunità
Sempre sul desktop è presente una icona Deepin Home che integra un client per le comunicazioni con la ricca community internazionale. Vi si trova l'accesso al forum ufficiale, al sistema di segnalazione di problemi e suggerimenti e alcuni riferimenti alla documentazione Wiki online, agli archivi di codice su GitHub oltre ad un questionario per fornire il proprio riscontro sull'esperienza di utilizzo.
Il desktop di Deepin 23
Esploro poi il file manager dall'icona Computer posizionata sul desktop e verifico l'organizzazione ben fatta delle relative impostazioni, con l'aspetto curato e gradevole che ha reso negli anni l'ambiente desktop di Deepin molto apprezzato. Malgrado sia un programma fatto in casa, esso richiama in maniera importante il file manager Dolphin dell'ambiente KDE Plasma anche forse a causa della medesima tecnologia attorno a cui i desktop di Deepin e le più recenti versioni di Kubuntu o KDE Neon sono costruiti: le librerie Qt nella versione 6.1. Impressione confermata dal classico tema breeze che accompagna il caricamento del desktop di Deepin dopo il login.
Semplici e immediate sono anche le opzioni di condivisione di cartelle in rete affidate a Samba che è preinstallato.
Personalizzazione grafica
La qualità dei temi grafici e delle impostazioni di personalizzazione del desktop di Deepin non hanno nulla da invidiare a quelle di altri evoluti ambienti desktop. Differenti temi sono impostabili con un click e per ciascuno di essi è possibile selezionare tra numerosi temi di icone, tra un tema chiaro e uno scuro oppure impostare la variazione automatica a quello scuro per le ore serali e notturne.
Anche il colore secondario dominante è selezionabile da un elenco preimpostato o liberamente personalizzabile con un selettore di colori completo.
Interessante ma non rivoluzionario anche il centro azioni rapide che si raggiunge dal lato inferiore destro della barra accanto all'orologio.
Un po' come le più recenti evoluzioni dell'ambiente desktop GNOME di Ubuntu o di quello Plasma di Kubuntu e altre distribuzioni.
Da questa schermata si impostano luminosità e volume, un tema chiaro o scuro.
Si avviano anche da qui le utilità per effettuare screenshot o registrazioni desktop.
Infine si può accedere ai dettagli delle connessioni ed impostazioni di rete, alle opzioni di spegnimento e all'attivazione della modalità aereo.
Applicazioni di contorno molto curate
Anche le applicazioni di contorno sono molto curate. Il visualizzatore di immagini integra ad esempio una novità con la caratteristica di OCR, per l'interpretazione ed estrazione del testo da immagini. Che però non è in grado di leggere la scritta Deepin dallo sfondo desktop ufficiale, forse perché obliqua e non puro testo.
Gradevole e ben fatto il centro impostazioni, ben organizzato e ricco di caratteristiche interessanti. Vi è un'applicazione che riporta fedelmente le caratteristiche hardware del computer in cui è integrato un meccanismo di ricerca di dispositivi che richiedono l'installazione di driver aggiuntivi tra cui quelli Intel, NVIDIA e AMD.
Aspetto coerente e semplicità di utilizzo anche per altre applicazioni tra cui il calendario, il monitor di sistema che rivela la struttura tipica di un sistema Debian con sytemd, pulseaudio come server audio, lightdm come desktop manager, AppArmor e processi legati al gestore di pacchetti Debian APT.
Dotazione software
La dotazione software predefinita di Deepin 23 è di medio livello. Certamente sono tante e ben fatte le applicazioni che accompagnano il desktop. Si tratta di applicazioni che sono presenti in qualunque distribuzione Linux. Editor di testo, visualizzatore PDF, emulatore di terminale, monitor di sistema, gestore di dischi. Seguono il registro degli eventi, il visualizzatore di immagini e album, registratore audio e riproduttori audio e video, un programma di disegno essenziale.
Si aggiungono poi la calcolatrice, il gestore dei caratteri, quello delle stampanti e dei dispositivi hardware e relativi eventuali driver ed un paio di giochi.
Molto ben fatta e chiaramente basata sul flameshot l'utilità per la cattura di screenshot che possono essere annotati con note a comparsa a mano e a mano libera e integrati con forme e frecce, sfocature ed altri elementi prima del salvataggio. Funziona egregiamente anche quella per la registrazione del desktop con video preimpostata in formato MP4 a 24 fotogrammi al secondo che si attiva e disattiva con la combinazione di tasti CTRL+Alt+R.
Come accennato di tutte queste applicazioni sono pubblicati i codici sorgenti. Tranne che quelli del browser web proprietario basato su Chromium e del client di posta elettronica protetti da copyright. E questo mi porta a consigliare ad un utente di Deepin di ricorrere ad alternative open-source per questi due programmi fondamentali di utilizzo quotidiano.
Spiccano tra i software open di terze parti, l'utilità per scanner dell'ambiente GNOME e la suite LibreOffice nella versione 24.2.
Deepin 23: indipendente o no?
Adesso parliamo proprio della attuale base di Deepin. Questo sistema operativo, negli anni, ha subito una notevole evoluzione, partendo dapprima come derivazione di Ubuntu. A partire dal 2015 è avvenuto un distacco da Ubuntu per appoggiarsi direttamente alla versione stabile di Debian. Ad agosto 2022 il team ha dichiarato che Deepin 23 sarebbe stata rilasciata come indipendente. "Sarà costruita a partire dal kernel Linux ed altre componenti open-source senza affidarsi alle comunità di altre distribuzioni, fornendo piuttosto servizi di base e le fondamenta di quella che sarà una nuova distribuzione indipendente".
Linglong: no Linyapps
Proprio dal 2022 è iniziato lo sviluppo di un gestore di pacchetti proprietario chiamato Linglong, accompagnato da un apposito strumento di sviluppo basato sul codice aperto di Visual Studio Code di Microsoft. Ecco cosa si leggeva nel 2022:
"Linglong è un nuovo formato di pacchetto sviluppato da deepin, con l'obiettivo di risolvere vari problemi di compatibilità causati da complesse dipendenze dei formati di pacchetti tradizionali sotto Linux, e ridurre i rischi per la sicurezza causati dal controllo decentralizzato delle autorizzazioni. È disponibile per qualsiasi distribuzione Linux, supporta aggiornamenti incrementali delle applicazioni, gestione, distribuzione e app sandboxing, che non solo migliora la facilità d'uso, ma protegge anche notevolmente la privacy degli utenti".
Interessante e anche se non unico tra i sistemi Linux, certamente all'avanguardia e secondo molti una tendenza per il futuro.
App Store: il centro software di Deepin 23
Apro il centro software alla ricerca di indizi sui formati dei pacchetti. Qui abbondano screenshot e descrizioni in cinese. Le versioni di alcuni programmi sono più recenti di quelle disponibili nella concomitante versione di Debian ma non pare chiaro il formato adottato che potrebbe essere un adattamento di pacchetti deb ad un meccanismo simile a quello di flatpak.
Da terminale verifico proprio che né flatpak né snap sono integrati ma sono curiosamente installabili tramite APT, il gestore tipico dei pacchetti di Debian e derivate.
Proseguo l'esplorazione dello store e provo ad installare alcuni programmi e scopro l'interessante funzione di backup preventivo: un c.d. snapshot, una istantanea del sistema viene creata prima dell'installazione per poter riportare il sistema allo stato precedente in caso di problemi. Questo è un meccanismo che era stato annunciato da tempo, relativo ad aggiornamenti atomici, di cui ho parlato a proposito di Distribuzioni Linux immutabili in cui puoi approfondire il meccanismo.
In effetti le dichiarazioni del team Deepin del 2022 facevano intendere che Deepin 23 sarebbe stata una immutabile a tutti gli effetti. Un po' come Android e ChromeOS in cui gli aggiornamenti di sistema comportano la totale sostituzione di esso con una versione aggiornata e con applicazioni che si installano e si rimuovono senza interferire con il sistema sottostante.
Effettuando una ricerca nel centro software appare una possibilità di includere applicazioni del repository ufficiale, applicazioni per Windows affidate al livello di compatibilità Wine e persino applicazioni Android. Purtroppo però non sono riuscito a trovare alcuna applicazione Windows e Android con le mie ricerche e le categorie di programmi non sembrano aiutare nell'isolarle.
L'installazione di un programma è preceduta, come dicevo, dalla creazione di un punto di ripristino automatico che dovrebbe garantire protezione da inconsistenze o eventuali problemi causati da modifiche al sistema. Dopo i primi aggiornamenti e installazioni, il menu di GRUB contempla anche un'opzione ripristino di sistema, che riporta il sistema allo stato immediatamente successivo al termine della installazione del sistema operativo o di successive integrazioni di programmi. Un'ottima possibilità offerta da altre distribuzioni di questo tipo come Vanilla OS o Blend OS.
File system: tipica struttura Debian
Esploro quindi il filesystem e trovo invece la tipica struttura Debian con le liste dei repository, con un programma grafico per installare file .deb con lo strumento da riga di comando dpkg e con con APT perfettamente integrato nella shell, grazie a cui ho potuto installare Gimp da riga di comando. APT mi conferma che le dipendenze di Gimp siano pacchetti .deb.
Pare quindi che l'annuncio fatto in occasione della preview sia disatteso. Ne trovo conferma in un post del team che accompagna le note di rilascio della versione definitiva di Deepin 23.
Obiettivi mancati
"Malgrado molteplici versioni rilasciate in fase di sviluppo e relativi ritardi, la versione finale ci lascia comunque alcuni rimpianti. Ciascuno degli obiettivi previsti richiede tantissimo lavoro e non siamo riusciti ad affrontarli completamente. Tra questi: sebbene la caratteristica di aggiornamenti immutabili sia stata verificata, a causa di insufficienti test, abbiamo implementato solo aggiornamenti atomici basilari senza rilasciare un sistema propriamente immutabile. Il gestore di finestre Treeland (aggiungo io: alternativa a Wayland), anche se quasi completo, non ha soddisfatto le nostre aspettative di stabilità e quindi Deepin 23 ricorre ancora alla nostra versione di Kwin (e, aggiungo io, il server predefinito è unicamente X11). Persino miglioramenti che non avevamo messo tra gli obiettivi non sono stati completamente realizzati".
Giudizio finale su Deepin 23
La comunità di Deepin raccoglie sempre più entusiasti ed è molto attiva da anni nel più pieno spirito open-source malgrado la derivazione commerciale dell'azienda che ne garantisce lo sviluppo. Lo provano anche la cura del blog, con annunci frequenti e liste interminabili ed esaustive delle migliorie apportate con gli aggiornamenti e la vitalità del forum degli utenti.
L'esperienza desktop risulta gratificante in computer recenti e di buon livello. Il livello di cura dell'aspetto del sistema e delle applicazioni di contorno e della relativa documentazione, rappresenta una fetta consistente del successo di questa distribuzione in cui coerenza grafica e intuitività sono garantite. Ma fruibili anche in altre distribuzioni tra cui Ubuntu, OpenSUSE, NixOS tra le prime che mi vengono in mente.
Anche se non sono riuscito purtroppo a comprendere come passare al kernel 6.9 visto che l'installazione che si avvia partendo da una sessione di prova prevede il 6.6 e la ricerca kernel nell'ottima documentazione non restituisce risultati rilevanti.
Deepin è una distribuzione Linux all'avanguardia anche su aspetti come l'integrazione di assistenti IA che gli utenti hanno potuto sperimentare ben prima di Copilot e Recall di Windows. Allo stesso modo il riconoscimento di volti e impronte digitali è integrato da anni nel sistema senza necessità di alcun intervento.
Ottimi i propositi di sicurezza e stabilità che dovevano essere garantiti da un sistema immutabile basato su aggiornamenti atomici ed un ecosistema di gestione del sistema che voleva garantire alla nuova versione la natura di distribuzione completamente indipendente.
Purtroppo, evidentemente, così non è stato ed il team è stato costretto a ridurre gli obiettivi previsti per la versione finale che segue oltre due anni di sviluppo e ben 11 versioni intermedie di Deepin 23 rilasciate prima della definitività. Questo denota comunque la necessità per il team di maturare a livello organizzativo con obiettivi realistici. Una fase di sviluppo di oltre due anni caratterizzata anche da drastici cambiamenti di rotta non contribuisce certo a fornire una immagine rassicurante del progetto.
La provenienza cinese del sistema operativo potrebbe frenare alcuni utenti dubbiosi sulle implicazioni sulla privacy. Deepin include telemetrie di utilizzo e l'identificazione del computer, ma almeno, a differenza ad esempio di Ubuntu, impone di leggere ed accettarne le relative condizioni che lasciano Deepin Technology molto libera ma certamente con estrema trasparenza per l'utente.
Per imporsi seriamente in tutto il mondo e competere con altre blasonate distribuzioni Linux, Deepin deve anche ovviare alla enorme presenza di programmi accompagnati da descrizioni e screenshot esclusivamente in cinese nell'app store, che dovrebbero poter essere nascoste. Persino il meccanismo per l'attivazione della caratteristica di punta, l'assistente IA non prevede ad oggi documentazione se non in cinese.
Tutto questo è forse ancora riconducibile ad un'organizzazione difettosa del flusso di sviluppo, del coordinamento e della definizione di obiettivi e tempi realistici per l'implementazione.
Malgrado questo Deepin si dimostra essere pioniera, almeno nelle intenzioni, in tanti aspetti tra i sistemi Linux, da cui altri progetti c.d. upstream dovrebbero prendere spunti ed esempio. Perché la Cina corre veloce e potrebbe arrivare il momento in cui Deepin stracci qualunque concorrenza di origine occidentale nei desktop degli affezionati al pinguino.
Ciao Dario, questa versione di Linux ha la grafica e le icone molto accattivanti, alla fine anche molto gradevole. L’unica cosa che non mi attira è che è di provenienza cinese. E in questi ultimi tempi di guerra utilizzare antivirus russi, anche blasonati, e software cinese non mi ispira molto. Con voci che la Russia vorrebbe anche boicottare windows. Bene il fatto che si è allontanata da Ubuntu, ma un pochino male se diviene un OS indipendente cinese. E infatti appartengo agli utenti dubbiosi….anche se qualcuno potrebbe obiettare: con tutti gli smartphone cinesi sul mercato e posseduti da molti utenti forse non è il caso.
Ciao Giovanni, concordo molto sul fatto che abbiamo tutti in tasca un telefono di quella provenienza!
Una porcheria.
Chi sa dove mettere le mani e ha esigenze speciali non ha bisogno di ‘sta roba.
Chi si avvicina per la prima volta a “linux” conviene che si rivolga alle solite distribuzioni delle principali aziende, quindi Canonical/Ubuntu, Radhat/Fedora, Suse/Opensuse oppure per quelli motivati, Debian.
Di conseguenza queste recensioni sono controproducenti.
Usiamo toni diversi. Ma io non recensisco solo software che mi sento di consigliare.