Il progetto Debian è un'associazione di volontari alla base di una pietra miliare del mondo Linux e del software libero. Da esso derivano Ubuntu, Linux Mint e le migliori distribuzioni Linux. Per rispondere alla minaccia globale del nuovo coronavirus la comunità Linux è stata invitata a partecipare ad un evento online. Il"COVID-19 Biohackathon" si terrà online in aprile. Lo scopo è migliorare il supporto di software libero nel campo biomedico.
Due parole su Debian
Il progetto Debian, partito nel 1993, è una associazione di persone che si adoperano gratuitamente e collaborano per la realizzazione di software FOSS (gratuito, libero e aperto).
L'omonima distribuzione Linux è considerata una roccia a livello di stabilità ed affidabilità ed è largamente utilizzata come sistema operativo in server di tutto il mondo.
La versione workstation per l'utente singolo è comunque molto diffusa ed apprezzata perché Debian è un sistema multi-piattaforma e supporta svariate architetture di computer.
Ubuntu si basa proprio sul sistema di installazione di pacchetti di Debian e anche Linux Mint ed altre valide distribuzioni Linux discendono da questa.
L'evento online per fronteggiare il covid-19
L'idea è quella di organizzare un evento online e chiamare a raccolta l'intera comunità di sviluppatori Linux per aiutare il settore sanitario nella lotta al nuovo coronavirus.
Nell'annuncio ufficiale relativo al COVID-19 Biohackathon il team DebianMed sostiene che chiunque possa contribuire: scoprendo e segnalando bug, effettuando test, ampliando e traducendo la documentazione dei programmi di uso più comune nel settore biomedico che il panorama Linux prevede.
È inoltre raccomandato di concentrare gli sforzi sulla architettura amd64, perché è quella più utilizzata nel settore dei software biomedici.
L'evento si terrà online per ovvi motivi.